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Questo saggio ha studiato il progresso del pensiero di Giacomo Leopardi, ricercando I suoi primi canti <All’Italia> e <L’Infinito> e Operette morali e Zibaldone di pensieri, basando sullo studio di Antonio Negri, le cue molti libri sono tradotti in Corea. Attraverso le poesie giovanili Leopardi ha mostrato il pessimismo assoluto, realizzando le situazioni dolorose della propria vita e del suo tempo. Nel periodo di Risorgimento, l’Italia era governato dai sovrani esteri. Dopo la fine del dominio Napoleonico e il Congresso di Vienna nel 1815, la speranza di unificazione non ha trovato la strada giusta. <All’Italia> esprime questa disordine politica e storica, contrastando la realta della patria con le memorie del passato glorioso. Leopardi guardava nel deserto della sua sterilità come in un abisso e sentiva la morte spirituale salire dentro lui. Ma proprio da quella condizione, otteneva la potenza da superare il dolore e la disperazione, non supplicando il compatimento degli altri. Così nacquero le Operette morali in cui la sterilità e la noncuranza si trasformano in una grandiosa immaginazione. Quindi l’immaginazione è un modo di dimenticare se stesso, e di ottenere l’infinità trascendentale. In questo punto il materialimso leopardiano compie un salto dialettico, trovando l’immaginazione poetica e la fraternità della collettività. La penultima poesia, <La ginestra o il fiore del deserto> è scritta nel 1836. Con questo canto il poeta vuole trasmettere un messaggio di solidarietà umana e, al di là del suo pessimismo, volgere lo sguardo verso l'avvenire. Questo canto dichiara la federazione umana e la ginestra, flessibile e tenace simboleggia l'uomo che sa accettare la verità della propria condizione.